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Welfare tradizionale e Welfare di produttività: definizione e tratti comuni

Con la locuzione di welfare aziendale si fa riferimento alle iniziative poste in essere dalle Aziende a favore dei propri dipendenti, finalizzate ad accrescere il benessere personale sia degli stessi lavoratori che dei loro familiari, mediante la sottoscrizione di accordi collettivi, ovvero per decisione unilaterale.

Un piano di welfare aziendale può essere visto come uno strumento che consente, contestualmente, sia di minimizzare il costo per l’impresa sia di massimizzare il beneficio per il lavoratore: da un lato, quindi, gode di un regime impositivo agevolato sul piano previdenziale e fiscale e dall’altro è un insieme di beni e di servizi che risponde a specifici fabbisogni dei lavoratori.

Nel concreto, un piano di welfare aziendale può includere, ad esempio, servizi di istruzione, educazione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria e previdenza complementare, che vengono offerti dall’Azienda ai propri dipendenti e ai loro familiari.

Nella pratica è inoltre possibile identificare due tipologie di welfare aziendale:

  • welfare tradizionale, intendendosi quello che prevede l’erogazione di beni e servizi ad integrazione dell’ordinaria retribuzione spettante ai dipendenti;
  • welfare di produttività, che si caratterizza per il fatto di essere erogato ai lavoratori, per scelta degli stessi, in sostituzione di un premio detassabile.

I due piani hanno in comune tra loro alcuni elementi:

  • devono rivolgersi alla generalità dei lavoratori ovvero categoria di dipendenti;
  • possono essere erogati mediante documenti di legittimazione, in formato cartaceo o elettronico, riportanti un valore nominale;
  • possono essere gestiti dall’Azienda mediante piattaforme digitali.

 

Lo Studio resta a disposizione per eventuali ulteriori informazioni in merito ai tratti distintivi di ciascuna tipologia di welfare.